Uno strumento utile durante un percorso di terapia: è il GENOGRAMMA. Diverse persone mi chiedono cos’è, come si sviluppa, a cosa serve.
Proviamo a dare qualche info in più
Il #genogramma è stato proposto verso la fine degli anni ’70 da Bowen; si tratta di un diagramma (come in foto) che individua il ciclo vitale della famiglia circa legami, eventi e separazioni.
Nella fase di strutturazione (insieme al paziente) si individuano gli eventi ciclici e ripetitivi, cioè gli eventi che ciclicamente si sono susseguiti di generazione in generazione.
La sua funzione è doppia: può essere utile nella diagnosi (suggerendo domande, riflessioni e significati da sottoporre al paziente) e nell’intervento clinico vero e proprio (attraverso un “nuovo racconto” familiare, una nuova narrazione).
Il genogramma incorpora almeno tre generazioni; l’obiettivo è permettere al paziente di osservare il contesto dove si è sviluppata la sua famiglia, evidenziare gli eventi salienti e capire quali sono gli eventi che si ripetono all’interna di essa. Non si tratta di un semplice albero genealogico poichè affronta anche l’analisi delle relazioni e delle dinamiche familiari, ovvero un “ragionamento” sulle varie relazioni.
Il paziente porta spesso un carico (di valori, idee, modi di fare ecc) che lo appesantisce; ciascuno di noi è il frutto, oltre che di caratteristiche uniche, di almeno tre generazioni che ci hanno tramandato un modo di relazionarci, un modo di “stare al mondo”. Il genogramma è uno strumento che aiuta a vedere di cosa è composto questo carico e ad alleggerirlo, lasciando le cose disfunzionali e tenendo quelle funzionali.
(immagine dal web)
