Lo sviluppo psichico non cessa con l’adolescenza ma prosegue, seppur in modo meno evidente, per tutto l’arco di vita. L’adulto, analogamente al bambino, ha una struttura psichica aperta al cambiamento e agli influssi ambientali, anche se tali cambiamenti sono meno rilevanti e sono, in rapporto a compiti e stimoli, molto diversi da quelli rilevanti per il bambino. Questa ristrutturazione (che interessa la percezione di Sè, l’identità, il mondo degli affetti, il modo di comprendere e di ragionare, lo stile di reazione e la condotta, la percezione) prosegue per tutta la durata della vita, ma ha momenti critici e fasi di accelerazione che sono determinati da eventi particolari. Si tratta di eventi che segnano delle “biforcazioni” nel percorso vitale, , o dei “punti di non ritorno”.
Questi eventi, che costituiscono le tappe dello sviluppo adulto, sono, per esempio, l’inizio del lavoro, la scelta della coppia e del matrimonio, la nascita di un figlio, la morte dei genitori, l’uscita di casa dei figli resisi ormai autonomi, il pensionamento. Ciascuno di questi passaggi trasformativi è allo stesso tempo un evento di perdita ma anche di acquisizione.
Come l’adolescenza si è rivelata un campo di battaglia a causa della ambivalenza tra la tensione a crescere nell’autonomia e il rimpianto per la perdita dell’infanzia così, di fronte ad ogni evento trasformativo, anche l’adulto tende a rivivere lo stesso dilemma e la stessa ambivalenza. In genere questo vissuto è meno drammatico e conflittuale che nell’adolescente, perchè la struttura psichica dell’adulto è più solida o perchè l’adulto ha difese più collaudate di quelle dell’adolescente.
[Canestrari, Godino. Trattato di Psicologia]
(Foto di Felix Mittermeier)

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