Spesso nella mia attività clinica mi sono state inviate in studio donne affette da depressione post-partum e, frequentemente, è capitato di rilevare anche una depressione paterna post parto.
Le ricerche concordano sulla maggiore vulnerabilità delle donne nel post parto, da 6 mesi fino ad un anno dalla nascita, con punte del 41% nei paesi a basso reddito. E’ un fenomeno che merita attenzione (soprattutto se consideriamo che circa il 50% delle depressioni materne post parto non arrivano alla diagnosi); tuttavia sono state svolte oltre 20.000 ricerche sul tema, contro qualche decina di quelle effettuate per indagare e comprendere la depressione paterna. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (World Health Organization, 2003) ha sottolineato che la depressione si configura come la prima causa di psicopatologia per le donne di età compresa fra i 15 e i 44 anni e la terza causa per gli uomini della medesima fascia d’età.
Le ricerche più attuali hanno suggerito che la gravidanza e il parto innescano sintomi depressivi non solo nelle donne ma anche negli uomini. In Italia rilevante è stata la ricerca svolta da Currò e colleghi nel 2009 che ha effettuato la misurazione della depressione post parto su un campione di 499 padri e 1122 madri con la Edinburgh Postnatal Depression Scale (EPDS) sottolineando il ruolo che il pediatra può svolgere nel riconoscere la depressione post partum all’interno della coppia effettuando lo screening non soltanto nei confronti della madre, ma anche nei confronti del padre con un semplice strumento Dalla ricerca è emerso che alla prima visita il 26,6% delle madri e il 12,6% dei padri ha riportato un alto punteggio all’EPDS mentre, alla seconda visita, il 19,0% delle madri e il 9,1% dei padri, ha riportato un risultato al test che segnalava il rischio della malattia depressiva. Pertanto la Depressione Paterna (PD) è comune nella popolazione media. Utilizzando un semplice strumento standardizzato come l’EPDS, i pediatri sono in grado di rilevare i genitori con più alto rischio di andare incontro a PD (depressione paterna).(Cicchiello S. “La depressione perinatale materna e paterna.Fattori di rischio, aspetti clinici e possibili interventi”. Rivista Psicoterapia in-formazione, anno 2015)
Auspichiamo in maggiori ricerche e nell’attenzione dei pediatri (e di altri professionisti che entrano in contatto con i neo genitori) sul disagio paterno, oltre a mantenere alta l’attenzione sulle madri. La depressione post parto paterna esiste ed ha bisogno di essere riconosciuta per il benessere del singolo, della coppia genitoriale e del bambino.
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