Per iniziare, vediamo alcuni numeri: secondo i dati dell’OMS, una donna su tre ha subito nel corso della vita una forma di violenza da parte di un uomo. Un #femminicidio su quattro e’ compiuto dal partner. In Italia sono 6 milioni e 788mila le donne che nel corso della propria vita hanno subito violenza fisica o sessuale da parte di un uomo. 9 volte su 10 non si arriva alla denuncia. Il 10,6% delle donne ha subito violenze sessuali prima dei 16 anni. (Fonte ISTAT, 2015)
Circa 14 mila sono le donne che ogni anno si rivolgono ai centri anti violenza italiani. Ogni tre giorni viene uccisa una donna.
Scommetto che almeno una volta nella tua vita ti sei sentita dire una di queste cose:
– ti tratta male perche’ vuole stuzzicarti, ovvio che gli piaci
– mangi tanto per essere una donna
– viaggi da sola? Ma non hai paura?
– datti una calmata! Scommetto che oggi hai le tue cose
– se ti vesti in modo provocante, poi non lamentarti se ti fischiano per strada
– continuerai a lavorare dopo il parto? Sei sicura di voler lasciare che qualcun altro cresca tuo figlio per pensare alla carriera?
– come mai non hai ancora pensato a un figlio? Guarda che l’orologio biologico si fa sentire
Questo e’ il contesto culturale in cui viviamo! E’ urgente lavorare fin dalle scuole dell’infanzia ad una cultura del #rispetto, alla risoluzione non violenta dei conflitti e all’identità’ di genere senza stereotipi.
Cosa intendiamo per #violenza domestica? Non intendiamo solo quella fisica ma anche quella #economica, #sessuale, #psicologica, #assistita (bambini che assistono alla violenza in famiglia), #stalking. La chiamiamo “domestica” proprio perche’ avviene DENTRO le mura domestiche, in famiglia, a casa.
Sei stata/sei vittima di violenza? Allora molto probabilmente non sarai stata subito creduta quando l’hai raccontato, poiché’ anche qui ci sono molti stereotipi. Ti sei sentita dire che sei fragile e dipendente? Oppure che se ti piaceva/piace quell’uomo violento, allora forse e’ proprio cio’ che desideri e che ti meriti. Oppure, ancora,puoi essere stata colpevolizzata per il tuo atteggiamento che istigava/istiga l’uomo con cui vivevi/vivi una relazione. Probabilmente, soprattutto quando hai pensato che la violenza non era stata “eclatante” ti sei chiesta se quella era “veramente” violenza e se tu sei stata vittima di violenza. Nel pensate comune infatti, spesso la violenza e’ associata all’aggressione fisica (pugni, calci, lividi, schiaffi ecc). Ecco, ricordiamo che per violenza fisica si intende anche cio’ che la persona violenta può’ fare non direttamente al tuo corpo, come ad esempio spaccare o lanciare oggetti.
Abbiamo accennato alla violenza psicologica, cosa intendiamo? Lui ha cercato di colpevolizzarti? Fa commenti svalutanti sul tuo corpo? E’ sarcastico verso i tuoi sentimenti? Controlla il modo in cui ti vesti? Hai tutta la responsabilità’ della gestione familiare? SI, questa puo’ essere #violenza psicologica. Sono due i meccanismi fondamentali alla base della violenza:
1) ridurre la donna ad un oggetto, con l’obiettivo di soddisfare i propri bisogni
2) controllare la donna e attaccarla ogni qual volta lei cerchi di “separarsi”, essere autonoma e indipendente psicologicamente (e non solo)
All’ inizio la tua relazione era idilliaca? Non ti aspettavi questo cambiamento nel tuo partner? Questa fase e’ quella che gli esperti chiamano #”luna di miele”; il tuo partner era gentile, premuroso, attento ai tuoi bisogni, romantico e questo ti ha portato a fidarti di lui. Ti sembrava che la casa e la vostra relazione fossero un posto sicuro dove stare Ma poi pian piano sono iniziati i silenzi, l’indifferenza, l’irritabilità; la violenza non e’ visibile, si tratta di espressioni, atteggiamenti, toni di voce. Andando avanti queste “impressioni” (quelle che ti paiono espressioni ma che sono di fatto cambiamenti di atteggiamento) diventano piu’ chiare e la violenza verbale puo’ affiorare con insulti e denigrazioni. Qui hai iniziato (o stai iniziando) a fare una gran fatica cercando di evitare tutte le situazioni che possono alterare gli “equilibri”; eviti domande, osservazioni, rinunci a delle cose che possono infastidirlo, restringi il ventaglio delle iniziative e giorno dopo giorno perdi spontaneità e…una parte di te stessa. Quando la violenza esplode e’ spesso seguita dal pentimento dell’aggressore che minimizza l’accaduto, lo definisce un “momento di debolezza” oppure un momento di espressione di amore per la tanta gelosia ecc Chiede perdono e promette che non accadra’ piu’. Se la donna lo perdona, si riavvia il ciclo: dopo un periodo (piu’ o meno breve) rassicurante, di nuovo quella “luna di miele” che abbiamo visto sopra, il partner “esploderà” di nuovo e il circolo della violenza continuerà a nutrirsi fino a che la donna non ne riconosce l’intollerabilità e cerca di uscirne.
[M.L. Bonura – Che genere di violenza – Ed. Erickson]
Interrompere questo ciclo e uscire dalla violenza si può! Il primo passo è ammettere di esserne vittima. È normale avere ansie, paure e dubbi ma la colpa non è tua! L‘autonomia economica si può raggiungere, anche con l‘aiuto delle operatrici delle case rifugio (se hai bisogno di un posto dove andare).Puoi liberarti di quel senso di inadeguatezza, paura e diffidenza attraverso un percorso di autonomia e rinascita (per te ed eventualmente per i tuoi figli)Se sei vittima di violenza e vuoi fare un’autovalutazione del rischio di recidiva della violenza, puoi compilare in forma ANONIMA il questionario #ISA (Increasing Self Awareness). Questo strumento ti consentira’ di verificare se nella relazione con il tuo partner, o ex partner, ci sono indicatori di violenza e di distinguerli dai normali litigi di coppia. Lo trovi disponibile sul sito: www.cesvis.sara.org. Otterrai alla fine del questionario un profilo di rischio e le indicazioni per chiedere aiuto
Se sei, o sei stata, vittima di violenza e senti il bisogno di capirne di piu’ oppure hai voglia di raccontare la tua esperienza (in anonimato) cosi’ da poter essere di aiuto ad altre donne, invia un messaggio privato a questa pagina oppure puoi inviare una mail a: simonapierinipsicoterapeuta@gmail.com
Ti ricordo il #numero Antiviolenza 1522, attivo 24 ore su 24. Su smartphone, tablet o Pc; è possibile scaricare anche l’app 1522 per chattare con le operatrici e allontanare il timore di essere ascoltate dal partner violento.
„Il vero significato del coraggio è avere paura – e poi, con le ginocchia che tremano e il cuore che batte, fare comunque il salto“.(O. W.)
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(immagine dal web)